GROSSETO. Ci sarà anche lui, Claudio Orlando, oggi nell’aula di Corte di assise. Ci sarà per tutte le udienze che lo vedono imputato per un omicidio volontario premeditato e aggravato che lui dichiara di non aver commesso, quello dello zio Antonio Tucci, 71 anni, trovato senza vita il 5 dicembre 2015 nella sua casa di piazza Rosa Guarnieri Carducci, a Castel del Piano. Bottino 1.200 euro, cioè quanto rimaneva della pensione riscossa pochi giorni prima, due orologi, due cellulari. Un omicidio a bastonate, brutale ancora secondo l’accusa, anche se l’arma non è mai stata trovata.
«Non sono stato io», ha detto dal primo momento, cioè da quando cinque giorni più tardi venne fermato ad Albano Laziale dai carabinieri. Oggi non dirà nulla, poiché l’udienza è dedicata alle formalità di apertura, alle eccezioni e alla compilazione del calendario delle prossime udienze. Ma sarà in aula per dichiarare di nuovo la propria innocenza, sulla base anche dei risultati negativi dell’incidente probatorio che hanno stabilito la mancanza di corrispondenza tra le impronte macchiate di sangue e la misura degli scarponi da lui indossati al momento del fermo. Detenuto a Terni, è assistito dall’avvocato Maria Pia Di Maio, che ha depositato una lista di una ventina di testimoni: tutte le persone che si erano affacciate sulla scena del delitto, il medico legale, il proprio consulente tecnico.
La Procura, che è rappresentata in aula dal sostituto procuratore Giuseppe Coniglio, crede invece nella colpevolezza di Orlando, sulla scorta di tutti gli elementi raccolti dai carabinieri in fase di indagine: bagagli e loro contenuto, telefoni e conversazioni, testimonianze, riscontri orari, immagini di videocamere, effetti trovati addosso all’imputato. E contro Claudio si è costituita parte civile la sorella Maria Cristina Orlando, assistita dall’avvocato Savino Guglielmi: sorella contro fratello. «La sorella vuole seguire in prima persona il processo, per capire se davvero Claudio ha ucciso lo zio», ha chiarito il legale, che ha indicato 29 testimoni. Raccolta dalla parte civile la dichiarazione della ex compagna di Orlando, Sandra, che ha spiegato di aver visto Claudio il 7 e l’8 dicembre, ad Anzio: «Mio figlio mi fece notare, successivamente, che lui indossava un paio di scarponcini scuri che a suo dire sembravano più grandi rispetto al numero usuale», aveva detto tra l’altro. (p.s.).