Grosseto, 3 settembre 2016
GROSSETO. Ci sono elementi a favore e ci sono elementi contrari nei confronti di Claudio Orlando nelle pagine della perizia che il Ris di Roma ha compiuto su ordine del gip Marco Bilisari. Impronte di scarpe che non corrispondono, tracce di sangue assenti (a favore dell’indagato), una giocata del lotto, oggetti personali (a sfavore): su questo e su altri elementi i carabinieri hanno compiuto accertamenti nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Antonio Tucci, 71 anni, avvenuto a Castel del Piano il 7 dicembre 2015.
E queste conclusioni sono state adesso depositate in vista della discussione tra le parti prevista per venerdì prossimo. Parte importante, l’incidente probatorio, ma non definitiva, del giudizio che si va costruendo sulla vicenda. Orlando è in carcere dall’11 dicembre, fermato nei pressi di Albano Laziale, a sud di Roma, su un pullman, durante la fuga che si era protratta per quattro giorni. Sospettato di aver ucciso lo zio a bastonate per una questione di soldi, forse nemmeno 1.500 euro. «Io mio zio non l’ho ucciso», ha sempre detto. Al momento del fermo gli erano stati sequestrati alcuni oggetti contenuti nel trolley e gli indumenti. E anche e soprattutto su questi elementi, una volta prelevato il dna di Orlando (che aveva subito dato il consenso), si è concentrata l’attenzione del capitano Rapone e del maresciallo Di Maggio (biologia), del capitano Niola e del maresciallo Mazza (dattiloscopia), cui il giudice ha rivolto il quesito su richiesta dei pm Laura D’Amelio e Raffaella Capasso. Di questa relazione sono note alcune anticipazioni.
Le impronte. Non c’è corrispondenza tra la suola degli scarponcini sequestrati a Orlando e le impronte intrise di sangue rinvenute e repertate nell’appartamento di piazza Rosa Guarnieri Carducci: c’è una differenza di numero. Ciò può voler dire tutto e anche niente: potrebbe voler dire che Orlando non era in quella stanza in quel momento, potrebbe voler dire che a quattro giorni di distanza Orlando potrebbe ben essersi cambiato gli indumenti, completamente.
Il trolley. Non c’è alcuna traccia di sangue negli effetti personali ritrovati nel trolley con cui viaggiava Orlando. Vale lo stesso ragionamento precedente.
La giocata al lotto. A Orlando era stata sequestrata una giocata al lotto, risalente al giorno precedente. Potrebbe essere indizio di una disponibilità economica comparsa improvvisamente.
Gli oggetti. Già all’epoca del fermo si era saputo che a Orlando erano stati trovati alcuni oggetti ritenuti riferibili allo zio, perché presi da quella casa di Castel del Piano. Si tratta di un elemento che va messo a confronto con le dichiarazioni dei familiari di Tucci.
L’avvocato Savino Guglielmi, che tutela Eleonora Orlando e Maria Cristina Orlando parti offese, non commenta: «Ci sono elementi importanti da valutare in relazione ai riscontri
dell’attività investigativa del pm – si limita a dichiarare – Speriamo di avere una visione più completa all’esito dell’incidente probatorio». Nessun commento nemmeno da parte dell’avvocato Maria Pia Di Maio, che assiste Orlando: aspetta di poter discutere la perizia di fronte al giudice.