Blitz Quotidiano. Varani: rito abbreviato per Foffo, ordinario per Prato

ROMA – Manuel Foffo e Marco Prato sono stati rinviati a giudizio per l’omicidio di Luca Varani. Foffo ha scelto il rito abbreviato, mentre Prato ha scelto il rito ordinario. I due giovani sono accusati di aver massacrato Varani lo scorso 4 marzo durante un festino di droga e alcol.

Durante l’udienza l’avvocato Michele Andreano, difensore di Foffo che ha chiesto il rito abbreviato e avrà in caso di condanna uno sconto di un terzo della pena, ha depositato anche una perizia medica che attesta come la capacità di intendere e di volere del suo assistito sia “grandemente scemata” a causa dell’uso cronico di droga e alcol. Il giudice ha ammesso come parti civili i genitori di Varani e la sua fidanzata. La prossima udienza è stata fissata al 6 febbraio.

Chiara Sarra su Il Giornale scrive che l’omicidio di Varani è stato un delitto efferato, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Nel provvedimento di chiusura delle indagini la Procura di Roma ricostruisce i dettagli dell’omicidio e scrive:

“La notte del 3 marzo 2016, i due “dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti” per giorni, sono usciti e hanno “girato in macchina per la vie di Roma”, alla ricerca di qualcuno da torturare. Tornati a casa all’alba, hanno quindi chiamato e invitato Luca Varani a casa di Foffo. Qui lo “hanno fatto denudare” e gli hanno offerto da bere. Nel bicchiere i due avevano però messo uno psicofarmaco che “lo stordiva a tal punto da costringerlo a recarsi in bagno”. A quel punto lo hanno torturato e massacrato con coltelli, corda di nylon e martello, fino a farlo morire due ore dopo”.

Il corpo di Varani è stato raggiunto da oltre cento colpi: prima alla testa, poi al volto e al resto del corpo. Nessuna ferita però è stata letale, Varani è morto dissanguato dopo ore di sevizie:

“Solo allora i due si sono fermati e si sono addormentati, di fianco al cadavere. Nel pomeriggio del 4 marzo, lasciarono la casa per liberarsi degli abiti sporchi di sangue e del telefono della vittima. Poi Prato si fece accompagnare in un albergo di piazza Bologna, dove avrebbe tentato il suicidio con un mix di alcol e barbiturici. Foffo invece tornò a casa e si addormentò sul divano, a pochi metri dal corpo di Varani. Solo la mattina del 5 marzo, Foffo raccontò al padre quanto accaduto e decise di costituirsi. Quando gli inquirenti gli chiesero perché avesse ucciso il giovane, lui rispose solo: “Volevamo fare male… a qualcuno”.